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DIARIO DEI VISITATORI

[ 2269 messaggi sul diario - pag 78 di 227 ]
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Charé Moulà ass. cult.
ha scritto:
Ne avevamo sentito parlare ma una lettera di Marqula ci ha spinti a comprare Ousitanio Vivo e leggere l’articolo in questione. Ecco alcune considerazioni che (anche se sicuramente polemiche) vorremmo condividere coi lettori.
Grazie.
E’ con stupore che abbiamo letto l’articolo “si tav” sull’ultimo numero di O.V.
Non che prima nutrissimo speranze particolari nell’occitanismo in generale e nel ruolo positivo che potrebbe avere nelle Valli… ma, letto quest’articolo, viene davvero da chiedersi quali siano i valori che sostengono lo scrivente e, perché no?, il Vostro giornale.
Non il rispetto per le minoranze, visto che l’unico punto di vista sulla vicenda che esce dall’articolo è quello di una maggioranza informata in materia solo da media prezzolati e/o interessati economicamente all’opera.
Non l’amore per il territorio ed il rispetto per le migliaia di persone che lo difendono, che, scusate se è irrilevante, temono per la salute propria e dei propri figli e cercano di evitare ad una valle già disastrata dall’insistenza di ferrovie, autostrade e strade ecc. ecc. la disfatta di una ventina (almeno) d’anni di camion, scavi, polveri più o meno sottili e più o meno cancerogene.
Non l’amore per l’onestà e la trasparenza visti “certi” interessi che solo chi ha gli occhi foderati di prosciutto tagliato ben spesso può non vedere dietro le “grandi opere” in Italia…
Non l’attenzione per come vengono spesi i soldi di tutti, visto che quest’opera (prima delle sicure ricapitolazioni che avverranno e che molti interessati auspicano) costa una cosa come 60 euro al millimetro… (e chissà quante opere utili alle nostre valli se non al piemonte tutto ed alle regioni fontaliere, si potrebbero fare con quei soldi, anche andando a “bassa velocità”).
Non parliamo poi di un’auspicabile ammirazione che tutti potremmo avere per una valle che (esempio alquanto raro) per una volta non si fa mettere i piedi in testa dagli interessi esterni.
Per informarsi meglio sul progetto, sui suoi costi ambientali, sulla durata presunta dei lavori, sui disagi incredibili che questi porteranno alla bassa e media valle, sull’opportunità di quest’opera e magari anche su altre cosette interessanti, vi consigliamo di consultare il sito http://www.notav.eu/ e magari parlarne con la gente della valle prima di prendere delle posizioni quantomeno curiose per un giornale da cui ci si aspetterebbe più attenzione e maggior approfondimento per certi temi. Esistono per esempio studi seri (sia del Politecnico di Torino sia di Milano che di Università francesi) che mettono in dubbio fortemente l’opportunità di questo tratto di T.A.V.
Purtroppo in Italia spesso conta di più la presentazione faziosa dei media sostenuti dallo Stato con pubblici contributi (o da precisi interessi di gruppi che altro non fanno che parlare di grandi opere…). Sarebbe bello se, almeno su giornali che fanno riferimento ad un territorio e ad una minoranza (peraltro interessati dal progetto), si tenesse in considerazione anche questa contro-informazione, spesso molto più scientifica e precisa.
Anche perché non crediamo, soprattutto parlando dalle nostre Valli, che sia andando sempre più veloce e di fretta che imposteremo un futuro degno di esser vissuto.
Associazione Culturale Charé Moulà
[ #
17/02/2010 10:45:58 ]
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Mariano Allocco
di Prazzo ha scritto:
Sgravi fiscali in montagna? Si può, aplichiamo la legge!
“Perchè la legge per la montagna n° 97 del ‘94 rimane ancora da applicare per quanto riguarda alleggerimenti contabili e fiscali?”, domanda posta più volte a rappresentanti istituzionali, il silenzio per risposta.
Legge stupenda l’attuale legge per la montagna, detta anche “legge Carlotto” perché al sen. Natale Carlotto la dobbiamo, legge per certi versi unica, ma eterodossa rispetto all’attuale pensiero prevalente e vedremo il perché.
Il suo obiettivo è l’attuazione dell’art. 44 della Costituzione, “…la legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”.
Al suo primo articolo dice che :“…Le azioni riguardano i profili:
a) territoriale, mediante formule di tutela e di promozione delle risorse
ambientali che tengano conto…delle insopprimibili esigenze di vita civile delle popolazioni residenti..;
b) economico, per lo sviluppo delle attività economiche presenti sui territori montani;
c) sociale, anche mediante la garanzia di adeguati servizi per la collettività;
d) culturale e delle tradizioni locali”.
Evidente in essa la centralità sugli interessi dell’uomo che “vive la montagna”, ma in un contesto in cui le Terre Alte sono da alcuni viste come zona da cui attingere le ultime risorse e da altri luogo nel quale far prevalere l’ambiente sull’uomo che lo abita, a mettere in secondo piano le “insopprimibili esigenze di vita civile delle popolazioni residenti” ci sta pensando una innaturale alleanza tra interessi “verdi” e interessi “affaristici”.
A volte quassù si ha veramente la sensazione di essere presenza residuale e d’impaccio alle altrui “magnifiche sorti e progressive”, chi ora tornerebbe a scrivere in un testo di legge che occorre innanzitutto tener conto delle “insopprimibili esigenze di vita civile delle popolazioni residenti” ?
Il prevalere delle regole di mercato e l’approccio contrattuale alla vita delle persone, non ammettono più un frasi di questo tipo, è questa l’eterodossia della legge che ha portato al suo parziale accantonamento, nel silenzio complice del Pie e del Monte.
La “legge Carlotto” è nata in Piemonte, anzi in provincia di Cuneo, non solo perché da qui proviene il suo relatore, ma perché qui sono molte delle menti che hanno collaborato alla sua stesura, da allora le dinamiche prevalenti nel governo delle Terre Alte, sia sul piano istituzionale che normativo, sono molto cambiate.
Strumento di supporto all’approccio comunitario per “vivere il monte”, la “Carlotto” rimane un pilastro nella storia delle Terre Alte, riporto qui i titoli dei principali articoli, l’elenco dà la misura della portata di questa legge:
Art. 3. Organizzazioni montane per la gestione di beni agro-silvopastorali.
Art. 4. Conservazione dell'integrità dell'azienda agricola.
Art. 5. Procedura per l'acquisto della proprietà.
Art. 6. Usucapione di fondi rustici e trasferimenti immobiliari.
Art. 7. Tutela ambientale.
Art. 8. Caccia, pesca e prodotti del sottobosco.
Art. 9. Forme di gestione del patrimonio forestale.
Art. 10. Autoproduzione e benefìci in campo energetico.
Art. 11. Esercizio associato di funzioni e gestione associata di servizi pubblici.
Art. 12. Servizi. Usi civici.
Art. 13. Interventi per lo sviluppo di attività produttive.
Art. 14. Decentramento di attività e servizi.
Art. 15. Tutela dei prodotti tipici.
Art. 16. Agevolazioni per i piccoli imprenditori commerciali.
Art. 17. Incentivi alle pluriattività.
Art. 18. Assunzioni a tempo parziale.
Art. 19. Incentivi per l'insediamento in zone montane.
Art. 20. Collaborazione tra soggetti istituzionali.
Art. 21. Scuola dell'obbligo.
Art. 22. Riorganizzazione degli uffici e dei servizi dello Stato.
Art. 23. Deroghe in materia di trasporti.
Art. 24. Informatica e telematica.
Tutti temi noti alla gente delle Terre Alte, tutti problemi aperti!
Ma ora torno al quesito iniziale, all’art. 16, perché è un tema caldo, inderogabile, sul quale occorre agire senza perdere il tempo che non si ha più, torno sulla necessità di sgravi fiscali e burocratici per gli imprenditori che operano sui monti.
Quanti sono nelle valli i paesi dove non si trova un bar o un negozio aperto d’inverno? Quante le attività che quassù tendono ad andare in “letargo” perché il bilancio economico tra spese (di riscaldamento e burocrazia innanzitutto) e ricavi lo impone? Quante sono le imprese che chiuderanno nei prossimi anni?
Ora, visto che la legge all’art. 16 dispone che “per i comuni montani ….la determinazione del reddito d'impresa .…può avvenire…sulla base di un concordato con gli uffici dell'amministrazione finanziaria. In tal caso le imprese stesse sono esonerate dalla tenuta di ogni documentazione contabile e di ogni certificazione fiscale..”, pongo ancora e di nuovo il quesito irrisolto: perché mai non si applica quanto da esso disposto? Cosa impedisce di rendere operativo questo articolo?
Se qualche impedimento esiste vorrei, vorremmo conoscerlo e sapere come e quando si intende rimuoverlo e questo torno a chiederlo ai nostri rappresentanti in Parlamento, ai candidati alle elezioni regionali, alla pres. Bresso e all’on. Cota innanzitutto.
Rimaniamo in attesa, sperando in risposte diverse dal solito…..silenzio.
Mariano Allocco
[ #
10/02/2010 15:23:33 ]
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pinot
di val susa ha scritto:
dal sito www.notav.eu
Meno di due settimane fa, alle porte di Susa, il primo presidio «No Tav /no sondaggi»: la valle gioca d’anticipo. Nei giorni successivi arrivano due trivelle e ad ogni arrivo nasce un nuovo presidio, e migliaia di persone scendono in piazza, invadono l’autostrada e bloccano i TGV. Che fatica. E quanto freddo nelle ossa in queste notti gelide. Ma come sempre al crescere della fatica cresce la fiducia e l’entusiasmo: basta guardare quanta gente accorre a difendere la legalità, e osservare l’affanno di poliziotti e carabinieri impegnati a tutelare l’illegalità di sondaggi fantasma. Che i sondaggi fossero una farsa lo sapevano tutti: solo fumo e niente arrosto nella speranza di fare fessa l’Europa che aveva promesso un finanziamento. Sul piano simbolico però non erano poca cosa e avevano una valenza politica rilevante: dovevano dimostrare che la strada era in discesa e la valle riappacificata.
Ogni sondaggio avrebbe dovuto durare almeno due settimane… E invece no. Sono arrivati di notte, prima dell’alba, e se ne sono andati la notte successiva per spostarsi un po’ più in là. Sono arrivati e se ne sono andati come ladri, e mentre le trivelle fingevano di bucare il terreno erano cinte d’assedio da un’intera valle. Nel frattempo una campagna mediatica forsennata parlava di un manipolo di irriducibili e illusi. Bugiardi. Le trivelle se ne sono andate, o se ne stanno andando. Ora cercheranno di vendere tre improbabili buchi come indagini approfondite per raccogliere dati sulle falde acquifere. Hanno perfino inventato una manifestazione bipartisan Sì-Tav per domenica prossima: promettono che sarà una «grande» manifestazione ma per prudenza hanno prenotato solo una sala al centro congressi del Lingotto. Sono ladri e barano su tutto, senza pudore e senza vergogna. Ladri e bari bipartisan. La Val di Susa invece non bara e gioca a carte scoperte, la manifestazione di sabato prossimo a Susa non è un azzardo, ma un risposta limpida promossa da chi sa che può contare sulle proprie ragioni. La valle sarà di nuovo protagonista, anche se i tg cercheranno di oscurarla. Non guardate i telegiornali: venite in tanti a vedere con i vostri occhi, la nostra resistenza è anche vostra. La difesa dei beni comuni passa anche dalla Val di Susa.
Ezio Bertok [21 Gennaio 2010]
http://www.carta.org/editoriali/19166
[ #
21/01/2010 18:57:30 ]
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Mariano Allocco
ha scritto:
I collegamenti per PARATGE con i movimenti NOTAV li tienee Mario Piasco, sta organizzandosi per andare sabato in val Susa.
Se qualcuno vuole aggregarsi scrivere a mariocedro@libero.it o a me
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20/01/2010 09:33:35 ]
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pinot
di val susa ha scritto:
Dalla valle che resiste.Autoporto di Susa: giovedi 22 ore 14 Beppe Grillo.Sabato23corteo contro le mafie,contro il partito trsversale degli affari e in solidarietà alle amministrazioni della valle sotto attacco.Vi aspettiamo con i vostri strumenti.
[ #
19/01/2010 22:29:24 ]
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Mariano Allocco
di Prazzo ha scritto:
A luglio 2004 una delegazione di sindaci e cittadini delle valli piemontesi scese a Torino per consegnare al Consiglio regionale una petizione firmata da un migliaio di cittadini e fatta propria da una ventina di Comuni e Comunità montane.
Con essa si chiedeva che “…la Regione Piemonte affronti in modo organico i problemi economici, logistici e formativi legati alla scuola per le Valli e le Alte Terre regionali, predisponendo adeguati interventi legislativi e istituisca, già dall’anno scolastico in corso, una borsa di studio finalizzata alla copertura dei costi che le famiglie delle alte valli devono farsi carico per mandare i figli a tutte le scuole, di ogni ordine e grado”.
I problemi che i giovani e le loro famiglie devono affrontare per frequentare le scuole superiori sono una delle maggiori cause di emigrazione, questo non “un problema”, è “il problema” delle nostre valli.
“Scuola” è l’insieme dei possibili percorsi formativi che la società mette a disposizione dei giovani per dotarli del bagaglio di “saperi” necessari ad affrontare la vita.
Il ventaglio delle possibili scelte non è omogeneo sul territorio, la gioventù delle valli inizia da qui un percorso diseguale sul piano delle opportunità e le loro famiglie si trovano a dover affrontare spesso spese non sostenibili.
Quassù non è più sufficiente occuparsi della scuola dell’obbligo, occorre fare un salto di qualità e affrontare in modo efficace i problemi legati alla scuola media superiore e all’università: è lì che si forma la futura classe dirigente delle valli, è lì che occorre intervenire tempestivamente.
Un giovane cerca di individuare un percorso di studi in base alle attese e ai valori sui quali sta iniziando a costruire il suo futuro, ma quassù il ventaglio delle scelte possibili non è paragonabile a quello della gioventù della pianura e troppi sono costretti a decidere in base a comodità e a valutazioni di carattere economico.
A una Regione che trova 533.000 € nel 2008/9 per occuparsi del ritorno dei lupi chiedo di avere la stessa attenzione per gli ultimi giovani delle Alte Terre.
Gli ultimi cuccioli di “Homo Sapiens” ancora presenti nelle alte valli sono ormai poche decine, la specie è in via di estinzione quassù e garantire loro pari opportunità formative è un dovere eluso da parte delle istituzioni regionali.
I soldi mai trovati per intervenire su questo problema non sarebbero sicuramente superiori a quelli già spesi per gestire il ritorno del “Canis Lupus”, con buona pace delle normative europee che qui non c’entrano nulla.
Dopo quasi 6 anni quella petizione attende ancora risposta, un esempio del fallimento delle politiche regionali della montagna.
Mariano Allocco
[ #
18/01/2010 09:57:50 ]
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pinot
di val susa ha scritto:
"Ignoti" questa sera hanno incendiato il presidio notav di Bruzolo.Tipica intimidazione di stampo mafioso e fascista.Sono ridotti proprio alla frutta.A sarà dura.
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16/01/2010 21:54:18 ]
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pinot
di valsusa ha scritto:
sull' aria della canzone dei contrbbandieri è nata la canzone del presidio notav di susa.Sabato incontro con il segretario di rifunda Ferrero al presidio.Salut.A SARA' DURA ,PER LORO.
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16/01/2010 10:50:54 ]
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juspot
ha scritto:
hasta siempre bertu!
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10/01/2010 03:26:20 ]
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ricou
di frere ha scritto:
"la luna amica compagna d'avventura da quella notte non lo volle piu lasciare,lo potò via perche senza paura restasse sempre con lei lassu a suonare"......hasta siempre.....
[ #
07/01/2010 20:00:50 ]
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domanda: Dove si terrà il vostro prossimo concerto ??
risposta: Non preoccuparti, al momento non lo sappiamo neanche noi !
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